Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 un violento terremoto colpi una vasta area della Sicilia occidentale, la valle del Belice, con epicentro tra Salaparuta e Poggioreale.
All’indomani del terribile sisma, entro una cassa riposta in un palazzo di Montevago, venne scoperto, del tutto casualmente, l’archivio di piante catastali borboniche dei territori e degli abitati di Sicilia, appartenuti al Marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena, che era stato conservato dagli eredi ma del tutto dimenticato.
Questo fortuito ritrovamento ha fornito una vasta documentazione cartografica della della Sicilia ottocentesca che si pensava irrimediabilmente Perduta.
Dopo la scoperta nel dicembre 1997, l’archivio Mortillaro è stato acquisito dall’assessorato regionale dei beni culturali.
Le mappe catastali ritrovate hanno datazioni tra il 1837 ed il 1853,secondo quanto emerge dai documenti cartografici, e sono state redatte sulla base delle direttive contenute nel Real Decreto per la Rettifica del catasto fondiario dell’ 8 agosto 1833 è delle modifiche apportate da un successivo Decreto del 17 dicembre 1838.
Con tali disposizioni Ferdinando Il di Borbone intendeva realizzare una più equa distribuzione delle tasse da parte dei cittadini.
Questa operazione catastale era stata in realtà iniziata a partire dal 1810, anno in cui si decise di abbandonare il metodo della tassazione per “donativi” ponendo così le basi per la redazione di un vero catasto.
Ma a distanza di quarant’anni da quella data i lavori non erano ancora terminati.
Per tale motivo nel 1850 venne affidato l’incarico di concludere il lungo iter burocratico della complessa opera al Marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena, nominato Delegato speciale per la compilazione dei catasti di Sicilia.
Questi dichiarò completati i lavori nel 1853 e rese conto dei risultati nelle Notizie economico-statistiche ricavate sui catasti di Sicilia, Palermo,1854, che consegnò al Grande Archivio, trattenendo le mappe che costituiscono oggi la raccolta.
L’archivio Mortillaro è composto di 427 carte, perlopiù catastali, relative ai territori e agli abitati dell’isola e da alcuni documenti allegati.
Le mappe sono redatte da agrimensori, architetti, ingegneri, geometri, periti urbani.
L’eterogenea e variegata stesura della Corte risente della sensibilità, della cultura, dell’esperienza del singolo redattore.
La qualità delle piante topografiche è estremamente diversificata così come la metodologia della rappresentazione, oscillante tra i sommari schizzi topografici, magari ingentiliti da tenui acquarellature, le vedute assonometriche e a volo d’uccello e le piante di tipo geometrico. (…)
La mappa che riguarda Trabia è indicata come mappa 355.
Non conosciamo l’anno di redazione di questa carta, ma da alcune indicazioni che possono essere ricavate da una attenta lettura del disegno si può senz’altro affermare che essa è certamente posteriore al 1812, anno in cui venne abolita la feudalità, poiché alcuni dei territori menzionati sono preceduti dalla dicitura “ex feudo”.
Ma possiamo anche segnalare che la mappa è posteriore al 1830, anno in cui venne costruito il calvario che è riportato nel disegno dell’abitato. Nella parte sinistra in alto nella mappa troviamo una “leggenda”, scritta a mano e in parte di difficile lettura, che illustra attraverso l’uso delle lettere dalla A alla H, le varie sezioni in cui è suddiviso il territorio e l’abitato.
Ne forniamo una nostra personale trascrizione, indicando con i punti di sospensione le parti illeggibili :
A. C… Del comune di Trabia. Sezione prima.
B. Sezione seconda denominata torriglione, cozzo, giardini superiori, piani. C. Sezione terza denominata cozzo di gorgo, …. Pirrera, cozzo del corvo,… Di coda di volpe, bona (manca) del lauro nell’ex feudo di Sant’Onofrio.
D. Sezione quarta denominata Burgio nell’ex feudo di Sant’Onofrio e spina Santa.
E. Sezione quinta denominata ricottelle nell’ex feudo di Sant’Onofrio e…
F. Sezione sesta denominata rannino(?) ex feudo accanto quello di Sant’Onofrio
G. Sezione settima denominata… Colonna, cozzo di vipere nell’ex feudo di Sant’Onofrio.
H. Sezione ottava denominata ex feudo di San Nicola L’arena, piani di Trabia sotto stradone, giardini sottostanti e ginestra
La nostra mappa ci offre una veduta d’insieme di tutto il territorio di Trabia e San Nicola e, attraverso l’uso di una leggera acquarellatura, ne mette in risalto le differenti caratteristiche. Cosi possiamo osservare la zona montana e boschiva di Monte Sant’Onofrio, dove ritroviamo riprodotta la Casina di caccia dei Marchesi Artale di Collalto, e, più a valle, anche il complesso delle costruzioni della loro residenza di campagna, nota oggi come Torre Artale. Ampie sono le porzioni di territorio destinate ad uliveto, mentre nei pressi del paese e perfino all’interno di esso si notano le aree riservate ai vigneti ed ai frutteti. interessante è osservare anche come il piccolo borgo marinaro di San Nicola L’arena che, come sappiamo, venne annesso nella circoscrizione territoriale di Trabia dal Governo della Restaurazione, contasse solo pochissime case situate in prossimità del castello. Riteniamo, pertanto, che questo poco noto documento cartografico possa servire da utile strumento di lavoro per i ricercatori impegnati nell’esplorazione della nostra storia.
Roberto Incardona