Finita la seconda guerra mondiale a Palermo si ritorna a vivere. La città è in ginocchio ma la gente reagisce. Le famiglie cercano di recuperare il più possibile da sotto le macerie e non mancano gli espedienti per la sopravvivenza. I contadini, organizzati dai partiti e dai sindacati, decidono di occupare le terre incolte e cominciano a coltivarle. Intanto, nel settembre del 1949 approda nel castello di Trabia l’attore Errol Flynn, ospite del principe Raimondo Lanza.
Nel maniero l’attore irlandese – protagonista insieme ad Olivia De Haviland di “Capitan Blood” – si lascia prendere dal panorama, dal sole, dal mare e dalla gola. A tavola divora pescespada alla brace, tonno infornato al profumo di menta, gamberi imperiali grigliati. Errol impazzisce letteralmente per le uova di tonno e per le erbe aromatiche. Beve champagne in calici di vetro soffiato del ‘700 e fa lunghe passeggiate in barca con l’amico Raimondo. Una mattina con un potente motoscafo il principe, Errol Flynn e i marinai Chicchirillo e Zizzo si trasferiscono nelle isole Eolie dove si girano due film: “Vulcano” e “Stromboli. Terra di Dio”. Il primo, con Anna Magnani, Rossano Brazzi e Geraldine Brooks; è diretto da William Dieterle; l’altro, sotto la regia di Roberto Rossellini, ha come interpreti Ingrid Bergman e Marco Vitale. Le due isole emanano profumo di selvatico, le piante sono bruciate dal sole, manca l’energia elettrica e scarseggia l’acqua. Il tutto sa di primitivo.
Raimondo Lanza di Trabia ed Errol Flynn per circa una settimana si divertono a fare la spola tra Vulcano e Stromboli mettendo zizzania tra le due produzioni. Vanno da Rossellini, che era loro amico, e gli dicono: “Sapessi che cosa è uscito dalla bocca di William Dieterle e di tutta la compagnia? Le battute più carine sono che non finirete mai le riprese”. Altrettanto fanno col regista americano Dieterle. Il ping pong va avanti per un bel po’ finché il gioco non viene scoperto. Il tutto finisce con una sontuosa cena a base di pesce e champagne offerta dal principe di Trabia. Errol Flynn ritorna ad essere ospite di Raimondo Lanza nel settembre 1952. L’attore è affascinato dal luogo e dai pescatori che abitano a ridosso del castello. Scherza soprattutto con Salvatore Zizzo, marinaio di fiducia del principe. Chiede all’amico Raimondo di raccontargli ancora una volta la storia di Petru Fudduni, il poeta vissuto nel Seicento che andava in giro con l’anforetta piena di acqua fresca e anice e a tutti diceva: “Sugnu Fudduni pila mè fuddia”. Il poeta, dopo una giornata di girovagare per la città, riesce a raggranellare quattro soldi per recarsi in una bettola e mettere sotto i denti. Errol, in virtù di questa storia, esprime il desiderio di conoscere qualche osteria palermitana.
Così Raimondo, insieme al Marchese Emanuele De Seta, per qualche sera portano l’attore nelle taverne dell’Acquasanta. Bevono e mangiano. Il De Seta ha ingaggiato un poeta squattrinato che sa tutto di Petru Fudduni: “Haju manciatu e vivutu a cumprimentu, m’aviti fattu parrai a lu ventu, nn v’aviti pututu cuntintari; iu nun haju né piccioli né argentu e, si n’avissi,nun vi n’haju a dari”. I due amici traducono per Errol e giù una cascata di risate. La cena di qualità sempre a base di pesce fresco contribuisce all’allegria. Tra i piatti di successo, spaghetti al pomodoro con melanzane fritte, basilico e una spolverata di ricotta salata. L’ultimo bicchiere di Regalali bianco è sempre in onore di Petru Fudduni. Le serate si concludono in casa di amici a far baldoria con Errol, che guarda con occhi languidi le belle ragazze della nobiltà siciliana. Intanto, sotto la spinta di Raimondo, il poeta ricomincia a declamare: “Pueta sugnu, l’animu mi basta e camminu cu’ la testa”. E una dotta signora della compagnia: “Ma questi sono versi di Pietro Fullone”. Errol la corregge: No, my dear lady, his name is Petru Fudduni”. Poi l’attore prende una bottiglia di champagne e consiglia di bere alla salute di Petru. Errol manda giù champagne come un cavallo assetato beve acqua. Quando sorge l’alba la comitiva si trasferisce a Terre Rosse a consumare un caffé preparato da Melodia, uno dei camerieri dei Lanza. Tutto un mondo scomparso.
Di Franco Terrasi
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