La tonnara di Trabia

Ci troviamo nei primi anni del dopoguerra  in un paesino della provincia di Palermo noto per la sua antica tonnara appartenente alla famiglia Lanza dei Principi Di Trabia. Lo sbarco alleato fece molti danni tra bombardamenti e passaggio dei carri armati, buttarono giù la bellissima porta Palermo. Le mura e la porta furono costruite dal principe Ottavio Lanza II, detto l’Edificatore, nella prima metà del XVII secolo , in difesa del piccolo borgo e delle terre circostanti il castello.

Ma torniamo alla tonnara,era il mese di aprile e si cominciava a preparare la tonnara era un momento di festa per tutto il paese, ma era pure  un momento dove cera bisogno di mano d’opera e la gente di Trabia si adoperava carpentieri pescatori maestri d’ascia e così via…

La tonnara tutti la immaginiamo in mare ma la preparazione comincia a terra con la sistemazione delle barche con la “calatafatura” (ristrutturazione) mediante la “stuppatura” (la stoppa veniva usata per chiudere le spaccature nelle barche),ed in fine vengono ”impisciati” mediante l’uso della pece nera da qui il classico colore nero delle barche delle tonnare.

La tonnara aveva vari tipi di barche in particolare a Trabia c’erano 5 muciare una sciabichedda un caiccu  e una  basciddatura.

Aggiustate tutte le barche si passava alle reti che venivano rappezzate e fornite di zavorre legate con corde di Disa. (allora per motivi economici i pescatori usavano dei massi per zavorra,e tra questi finirono pure i resti dell’arco della porta Palermo).il tutto veniva caricato sulle barche in attesa della corrente marina giusta la cosiddetta rema di levante che permetteva alla tonnara di calare in acqua dritta e precisa.

Quindi partendo dalla spiaggia  i 45 uomini che formavano la tonnara di Trabia cominciavano a calare fino ad arrivare ad un fondale di circa 50 metri a circa 3Km dalla riva dove venivano poste le camere e come riferimento dalla riva avevano a funtana e dai monti l’abside dell’eremo di San Felice imbiancato.

 Le camere della tonnara erano tre Porta chiara, u bastardu e la leva o camera della morte. Su ogni camera c’è una barca presidiata giorno e notte, appena i tonni entrano dalla prima cioè porta chiara posta più a levante rispetto alle altre essa viene sbarrata e i tonni vengono fatti passare nella seconda u bastaiddu qui vengono calate delle lenze che in base alla quantità e al loro movimento riescono a quantificare i tonni che ci sono dentro, ad esempio con 4 lenze significava che cerano tra 100 e i 150 tonni. Purtroppo non era così semplice in molti casi dopo che avevano stabilito che la camera era abbastanza piena da poter fare la mattanza l’indomani tutti pronti non trovavano nulla perché nella notte era arrivato u mmistinu ovvero uno squalo che faceva ingarbugliare le reti e spaventare i tonni che riuscivano a scappare quindi bisognava l’intervento dei pescatori per ripristinare il tutto.

Ecco arriva il giorno tutti i 45 uomini guidati dal Rais dal sotto Rais e dal caposquadra sono pronti tutti sulle muciare attorno alla camera della leva dove cominciano a tirare le reti e a fare risalire o meglio assummari i tonni e in quel punto il mare si cominciava a colorare di rosso  comincia la mattanzza le donne a terra cominciano a pregare per l’abbondanza del pescato e per la salute dei marinai la leva diventa camera della morte i tonni cominciano a dimenarsi e a volte anche da soli balzano sulle muciare.

A questo punto entra in gioco la sciabichedda che ha il compito di portare a terra tutti i tonni. Che arrivati sulla riva venivano caricati su dei carretti portati in un locale li vicino per essere pesati e per venduti all’asta ,infatti il locale veniva chiamato a vinnita.

la storia della tonnara di Trabia tra le più longeve perché attiva fin dal 1375 ha la sua fine dopo la metta degli anni 60 con quasi 600 anni di lavoro sacrifici e tradizioni.

Legate ad essa ricordiamo la tradizione  ru tunnu ro Signuri, il tonno più grande veniva trasportato con un carretto veniva posta una ghirlanda di oleandri sul suo capo e  venduto, tutto il ricavato per intero veniva donato per fare la festa padronale la festa del Crocifisso ovvero a festa ru Signuri, ricordiamo pure la festa del corpus domini che arrivava fino alla tonnara nella piccola chiesetta annessa ai magazzini per benedire la tonnara e i tonnaroti ,  la corona di oleandri che veniva buttata in acqua nel punto dove si cominciava a calare la tonnara ,e anche dalla tonnara viene la tradizione delle processioni,tutte le confraternite  escono fuori dalle mura del paese con le Vare (fercolo) per arrivare alla fine di una salita che viene chiamata a crucidda per salutare e benedire la tonnara che tanto ha dato per lo sviluppo di Trabia.

Una risposta a “La tonnara di Trabia

  1. Io ho vissuto gli anni 70 a Trabia avevamo una pizzeria avevo 11 anni ho conosciuto tante persone se qualcuno mi ha conosciuto mi può contattare sarei felice di ritrovare tutte le persone che Ho conosciuto alla tonnara

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